La Sala Toni Ucci ospita “Marocchinate” di Ariele Vincenti

25 Apr , 2025 - News

La Sala Toni Ucci ospita “Marocchinate” di Ariele Vincenti

A Castel Gandolfo, nel teatro più piccolo d’Italia, uno spettacolo per non dimenticare.

Un luogo magico nel cuore dei Castelli Romani, la Sala Toni Ucci offre un’esperienza teatrale unica nel suo genere. Si tratta di un’ex cantina trasformata in un piccolo teatro dall’associazione “Il tempo diverso, che nel novembre 2021 ha voluto intitolarlo al versatile attore italiano.

Ogni elemento della Sala-teatro Toni Ucci, dalle poltrone alle scenografie, è stato recuperato da materiali di risulta e riadattato con maestria e con il contributo dell’intera comunità del borgo gandolfino.

Nel giorno dell’affermazione della democrazia e della libertà, con la fine della guerra e la riconquistata indipendenza, sabato 25 aprile alle 20:30 sul palcoscenico di questo gioiello di arte e sostenibilità, (caratterizzato da una capienza massima di soli 30 posti a sedere) va in scena “Marocchinate”, un monologo tratto dall’omonimo libro firmato a quattro mani da Ariele Vincenti e dal cantautore-scrittore Simone Cristicchi, risultato di un lavoro di ricerca durato oltre un anno.

In scena, Vincenti è Angelino, un pastore della Ciociaria, testimone della faticosa vita contadina della sua zona prima della guerra e dello sconvolgimento portato dall’arrivo delle truppe marocchine, aggregate agli alleati.

Fra 1943 e 1946 le truppe alleate, e in particolare quelle coloniali francesi, si resero responsabili di violenze d’ogni genere sulla popolazione civile italiana. Dalla Sicilia fino all’isola d’Elba, decine di migliaia di civili – soprattutto donne – subirono stupri, rapine, uccisioni. Episodi poi continuati nell’immediato dopoguerra anche nei territori del basso Lazio (Castro dei Volsci, Castelforte, Vallecorsa, Patrica, Pofi, Isoletta, Lenola, Supino, Morolo, Sezze, Pico, Roccagorga) ormai liberi dai tedeschi, ma divenuti terra di scorreria per più di venti giorni. Le “bestie con gli occhi rossi” hanno il “diritto di preda” contro la popolazione civile; 50 ore in cui fanno razzia di tutto quello che trovano: oro, case, vino, bestie, ma soprattutto donne. Quando arrivano non lasciano scampo e tra le donne vittime di quello che è passato alla storia come un ‘danno collaterale’ c’è anche Silvina, moglie di Angelino, che diventerà una “Marocchinata”. “Aspettavamo ji salvatori… so’ arrivati ji diavoli”, è la constatazione disperata della povera gente delle campagne, che ha assistito indignata ed impotente all’altra faccia della “liberazione” dal nazifascismo.

Un racconto emotivamente forte, quello che Angelino fa al giornalista che lo intervista a distanza di anni dal conflitto, regalando con la sua semplicità anche momenti che fanno sorridere. Lo spettacolo ha lo scopo di rispolverare i gravi fatti della Ciociaria del ’44, perché “l’uomo che non onora il passato non è degno di vivere il presente e sarà un incapace per il futuro”.

La Sala Toni Ucci si pone come luogo di incontro, mostre, corsi, serate musicali, e proiezioni cinematografiche, per soddisfare i gusti di un pubblico eterogeneo. Prima e dopo gli spettacoli gli spettatori possono intrattenersi nel piccolo bar del foyer e passeggiare tra le viuzze suggestive a pochi passi dal Palazzo Papale e da piazza della Libertà. Vedere vecchi locali trasformati in luoghi di cultura e partecipazione è qualcosa di emozionante, così come assistere ad uno spettacolo di Ariele Vincenti, per la regia di Nicola Pistoia.

Margherita De Donato


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