Francesco Stella debutta all’Altrove Teatro Studio con “Uomini o caporali”, un intenso monologo di denuncia e riscatto sociale

29 Nov , 2025 - Recensioni

Francesco Stella debutta all’Altrove Teatro Studio con “Uomini o caporali”, un intenso monologo di denuncia e riscatto sociale

Grande consenso di pubblico quello riscosso dall’attore romano, commosso per essersi finalmente esibito in casa dopo varie repliche in giro per l’Italia.

L’ Altrove Teatro Studio conferma la sua vocazione per il teatro di denuncia sociale, proponendo in cartellone “Uomini o caporali”, un testo della drammaturgia contemporanea firmato da Francesco Stella. Il titolo potrebbe trarre in inganno e far pensare ad uno spettacolo che rimanda a Totò, invece il tema trattato è quello del fenomeno del caporalato nell’Agro Pontino, dove i braccianti del Punjab vengono costretti a lavorare in condizioni disumane. L’autore-attore utilizza il gioco del kabaddì, lo sport nazionale indiano, come metafora della resistenza con cui il protagonista Jasnoor si oppone a questa schiavitù moderna. Kabaddì significa trattenere il respiro e ciò è quanto fanno gli immigrati, lavoratori nei campi, nella loro silenziosa lotta per la sopravvivenza.

L’ottima scrittura di Stella ed il suo talento attoriale fanno scorrere fluida la pièce teatrale, che alterna toni e prospettive diversi nella narrazione: l’attore interpreta più di dieci personaggi divisi tra “chi comanda” e “chi è vessato”, mantenendo sempre alta l’attenzione da parte del pubblico, chiamato a riflettere su un fenomeno complesso e spesso sommerso, ma che a tratti torna alla ribalta a causa di fatti di cronaca nera, che si consumano a pochi chilometri dal litorale laziale, in cui si va al mare d’estate. Al di là delle notizie date dai telegiornali, Stella approfondisce il lato umano delle vittime e la dignità di cui vengono private, alternando denuncia e speranza, realismo e poesia, in uno scambio di emozioni. L’obiettivo è quello di scuotere le coscienze, ricordando che ignorare il problema significa diventarne complici.

Francesco Stella in scena (Credits: M. De Donato)

“Nella storia di Jasnoor – dichiara l’autore e attore – ho tratteggiato quelle di tanti giovani immigrati, che hanno lasciato la propria patria contraendo debiti insostenibili in cerca di un futuro migliore in Italia, per incappare invece nel fenomeno del caporalato. Questa è una realtà che riguarda un po’ tutta la penisola, non soltanto l’Agro Pontino e l’agricoltura, ma anche il settore dell’edilizia e persino quello dei riders delle consegne a domicilio. L’esigenza di raccontare si è dapprima concretizzata in un podcast – prodotto nel 2020 da ASCS Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo – da cui poi ho tratto questo adattamento in versione monologo teatrale, che mi ha fatto compiere un viaggio interiore e riflettere molto”.

“Uomini o caporali” riesce nell’intento di restituire la voce a quanti vengono ridotti al silenzio e dignità a chi da essere umano è diventato soltanto uno dei tanti morti citati dalla cronaca nera. “Il messaggio che lancio -prosegue Stella – è rivolto a tutti, perché siamo tutti coinvolti; dai proprietari terrieri alle istituzioni locali, dai politici a noi consumatori che acquistiamo a basso costo i prodotti dei campi macchiati dal sangue dei braccianti sfruttati in Sicilia come in Veneto, in Emilia Romagna come in Puglia ed in Calabria. Sette aziende su dieci sfruttano i lavoratori. Quello del caporalato è un fenomeno difficile da estirpare, proprio perché fa comodo a tutti. Siamo tutti caporali. Nel monologo dico che non bastano le leggi, ma due cose possono aiutare: il tempo e l’integrazione di queste persone silenziose.”

Per far convergere tutto sulla performance, sfruttando al massimo la presenza scenica di Francesco Stella, la scelta registica di Nicola Pistoia è ricaduta su un allestimento minimalista e sull’uso di pause, silenzi ed effetti sonori che, insieme ad un efficace gioco di luci, sottolineano i passaggi più intensi del racconto. La scenografia è firmata da Francesco Montanaro, presente in sala seduto accanto al regista Pistoia, che ha diretto Stella in tanti altri spettacoli, quali “Minchia signor tenente” di Antonio Grosso nel 2012, “Cose popolari” nel 2016,“Chi muore si rivede” scritto dallo stesso Stella nel 2018, “Gregory” di Veronica Liberale nel 2022 ed “Il piacere dell’attesa” di Michele La Ginestra nel 2023.

Se vuoi decidere da che parte stare di “Uomini o caporalisono previste altre due date, sabato 29 (ore 20) e domenica 30 novembre (ore 17) all’Altrove Teatro Studio (via Giorgio Scalia 53 – Metro Cipro – cell 3518700413). Ottavia Bianchi e Giorgio Latini, che dirigono il teatro, sono fieri di ospitare pièce simili perché – come scrivono nella brochure di presentazione del loro spazio teatrale – “Recitare significa dare voce, anima e carne a quelli che altrimenti resterebbero solo fantasmi di carta (…) e Altrove è solito ospitare i migliori artisti della scena contemporanea“, che con i loro spettacoli ci fanno ritrovare uniti in una comunità.

Margherita De Donato

Francesco Stella durante lo spettacolo ed al termine del monologo (Credits: M. De Donato). La foto in apertura articolo è tratta dal profilo FB dell’Altrove Teatro Studio

Francesco Stella con in mano l’opuscolo con il testo del monologo, acquistando il quale si possono sostenere i progetti dell’ASCS. L’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo – come parte integrante del SIMN Scalabriniani International Migration Network – è il braccio operativo e culturale dei Missionari Scalabriniani che dal 2004 operano nella Regione Europa e Africa, al fianco di migranti, rifugiati e comunità locali secondo tre aree principali: accoglienza, animazione interculturale e cooperazione allo sviluppo.


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